Poesie della domenica

Il vento mi dà pace e la fontana
rumorosa l’oblio. E intanto penso
ricominciare. E sosto in questa piazza
ove il popolo sosta a me dintorno.

Sandro Penna, da “Croce e delizia” (1927-57)

Come, come, whoever you are.
Wanderer, worshipper, lover of leaving — it doesn’t matter,
Ours is not a caravan of despair.
Come, even if you have broken your vow a hundred times,
Come, come again, come.

Jalal al-Din Muhammad Rumi

IL REGNO DELLE DONNE

Cè un regno tutto tuo
che abito la notte
e le donne che stanno lì con te
son tante, amica mia,
sono enigmi di dolore
che noi uomini non scioglieremo mai.
Come bruciano le lacrime
come sembrano infinite
nessuno vede le ferite
che portate dentro voi.
Nella pioggia di Dio
qualche volta si annega
ma si puliscono i ricordi
prima che sia troppo tardi.

Guarda il sole quando scende
ed accende d’oro e porpora il mare
lo splendore è in voi
non svanisce mai
perché sapete che può ritornare il sole.
E se passa il temporale
siete giunchi ed il vento vi piega
ancor più forti voi delle querce e poi
anche il male non può farvi del male.

Una stampella d’oro
per arrivare al cielo
le donne inseguono l’amore.
Qualche volta, amica mia,
ti sembra quasi di volare
ma gli uomini non sono angeli.
Voi piangete al loro posto
per questo vi hanno scelto
e nascondete il volto
perché il dolore splende.
Un mistero che mai
riusciremo a capire
se nella vita ci si perde
non finirà la musica.

Guarda il sole quando scende
ed accende d’oro e porpora il mare
lo splendore è in voi
non svanisce mai
perché sapete che può ritornare il sole
dopo il buio ancora il sole.
E se passa il temporale
siete prime a ritrovare la voce
sempre regine voi
luce e inferno e poi
anche il male non può farvi del male.

Alda Merini (Poesia donata per la fondazione Doppia difesa)

Non è tanto il clima…

Freddo, neve, gelo, bora.
Emergenza.

Che poi, qui al di là del freddo e dieci giorni continui di vento forte a Trieste, non s’è visto quasi neanche un fiocco, mannaggia. Certo, stavolta il maltempo ha messo in difficoltà più di qualcuno, strade bloccate, paesi isolati, incidenti, freddo, luce che manca, vento che scoperchia case e ribalta tir. Problemi ce ne sono stati e anche seri.

Però mi viene un dubbio.

L’anno scorso a Houston (Texas) hanno quasi fermato la città per la possibilità di neve (in un paese dove la nevicata di 2,5 cm del 2004 è considerata storica), tanto rumore per nulla, si direbbe.

Ma non è forse questo il punto? Che mancano la prevenzione, la preparazione, l’attrezzatura  e il coordinamento dei soccorsi?

Certo, tre metri di neve in due giorni non sono cosa da poco, ma sentire al tg “eh, qua non è venuto nessuno, qua siamo dimenticati” e vedere che nessuno prende in mano una pala per pulire almeno un po’ il proprio marciapiede, liberare la macchina, sgombrare il tetto (prima che la neve raggiunga i due metri!!), insomma… e non parlo di vecchiette tremanti ma di gente in buona salute che lavora e vive da sempre in quei luoghi.

Almeno loro. Almeno un po’.

Interessante l’opinione di Paolo Rumiz, uno che di neve se ne intende… bloccato vicino a L’Aquila da una nevicata “balcanica”.

http://flv.kataweb.it/player/v4/player/player_v1a.swf

“In realtà rispetto agli inverni di mezzo secolo fa, non è tanto il clima che è cambiato, sono gli italiani che sono diversi”

Pensiamoci, visto che non è ancora finita…

Poesie della domenica

Forse dovrei spiegare. Anche se ne uccide più la prosa che la spada. Non amo commentare gli eventi della settimana appena trascorsa, non è lo scopo di questo blog. Ma non vivo in una torre d’aria, mio malgrado (alle volte). E usare le parole di altri è il modo che ho scelto per mettere in archivio, di volta in volta, la settimana appena trascorsa.

Buona lettura

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LODE DELLA CATTIVA CONSIDERAZIONE DI SE’

La poiana non ha nulla da rimproverarsi.
Gli scrupoli sono estranei alla pantera nera.
I piranha non dubitano della bontà
delle proprie azioni.
Il serpente a sonagli si accetta senza riserve.

Unosciacallo autocritico non esiste,
La locusta, l’alligatore, la trichina e il tafano
vivono come vivono e ne sono contenti.

Il cuore dell’orca pesa cento chili
ma sotto un altro aspetto è leggero.

Non c’è nulla di più animale
della coscienza pulita
sul terzo pianeta del Sole.

(Wisława Szymborska, da “Grande Numero“, 1976)

LA MIA VALIGIA

La mia valigia, casa a tracolla,
due occhi, due orecchie, due ruote, due zeta
sogni lontani, avanti dai
parlare e raccontare tutto quello che hai

La mia valigia, casa perfetta,
il massimo dal minimo indispensabile
note e parole, rimedi del cuore
e vivere in viaggio è un atto d’amore

Sui vetri del mare, del mare

Il vento spinge i viaggiatori
nei mille mondi tra dentro e fuori
Nel labirinto dei pensieri
lasciate spazio ai sognatori

La mia valigia, treno dei sogni,
piegati, perfetti, nascosti nel buio
nascosti nel caos, dentro di me
viaggiare è sognare, è un atto d’amore

Il vento spinge i viaggiatori
nei mille mondi tra dentro e fuori
Nel labirinto dei pensieri
lasciate spazio ai sognatori

La mia valigia è dentro, la mia valigia è il vento
Pronta a partire, pronta a tornare
Pronta a deviare di terra e a deviare di mare
La valigia è il mondo
è il mondo da amare

Il vento spinge i viaggiatori
nei mille mondi tra dentro e fuori
La vita è viaggio, è cambiamento
La mia valigia è sempre in movimento

La mia valigia
La mia valigia

(Litfiba, da Grande Nazione, 2012)

Mescolando del buon tè
ho pensato un poco a me:
nella tazza saporita
c’era tutta la mia vita.
Quando ero piccolino
ero al latte e zuccherino,
ora sono un giovanotto:
sono forte, brucio e scotto,
quando poi sarò in pensione
sarò tiepido, e al limone.

(Roberto Piumini)

Poesie della domenica

POESIA

È come a un uomo battuto dal vento,
accecato di neve – intorno pinge
un inferno polare la città-
l’aprirsi, lungo il muro, d’una porta.

Entra. Ritrova la bontà non morta,
una dolcezza di un caldo angolo. Un nome
posa dimenticato, un bacio sopra
ilari volti che più non vedeva
che oscuri in sogni minacciosi.
Torna
egli alla strada, anche la strada è un’altra.
Il tempo al bello si è rimesso, i ghiacci
spezzano mani operose, il celeste
rispunta in cielo e nel suo cuore. E pensa
che ogni estremo di mali un bene annuncia.

(Umberto Saba, Il Canzoniere, Parole)

“Addormentarsi adesso
svegliarsi tra cento anni, amor mio…”

“No,
non sono un disertore.
Del resto, il mio secolo non mi fa paura
il mio secolo pieno di miserie e di scandali
il mio secolo coraggioso grande ed eroico.
Non ho mai rimpianto d’esser venuto al mondo troppo presto
sono del ventesimo secolo e ne son fiero.
Mi basta esser là dove sono, tra i nostri,
e battermi per un mondo nuovo..”
“Tra cento anni, amor mio…”
“No,
prima e malgrado tutto.
Il mio secolo che muore e rinasce
il mio secolo
i cui ultimi giorni saranno belli
la mia terribile notte lacerata dai gridi dell’alba
il mio secolo splenderà di sole, amor mio
come i tuoi occhi…”.

(Nazim Hikmet, 1945, Lettere dal carcere a Munevvér)