30 giorni di libri

18. Il primo libro che hai letto.

Questa è carina. Credo che sia I tre porcellini, ma all’inizio bluffavo… grazie alla cassetta allegata, avevo imparato a memoria le parole della storia, e anche il momento in cui si doveva girare pagina. Per cui, a circa 4 anni, me ne stavo seduta recitando a memoria il libro e lasciavo sbalorditi tutti… nata per il palcoscenico. (Poi l’ho letto davvero, anche se un po’ più tardi!)

17. Il personaggio con cui ti vorresti scambiare di posto per un giorno.

A dire la verità, i romanzi mi piacciono proprio perché sono finzione, non saprei dire se davvero mi piacerebbe scambiare anche solo per un giorno la mia esistenza con quella di un personaggio… se proprio dovessi scegliere… Violette Boisier, ne L’isola sotto il mare di Isabel Allende

16. La tua copertina preferita.

15. Apri il primo libro che ti capita tra le mani ad una pagina a caso e inserisci la foto o la prima frase che ti salta agli occhi.

Da Ti racconto la mia storia di Tullia e Nathania Zevi

“Quello che ho cercato di mettere in chiaro fin dall’inizio della mia carriera è stata l’esigenza di non trovarmi incastrata in un’etichetta, “femminile” […] Non faccio giornalismo al femminile, posso scrivere di moda, di costume… ma io sono una giornalista, punto. E tra le inchieste e gli eventi mondani scelgo le prime”

14. Il libro che stai leggendo in questo periodo.

Ho appena concluso Una stella di nome Henry di Roddy Doyle (come direbbe Marco Paolini, bellobellobellobellobello…) e sto andando avanti con L’amore ai tempi del colera di Gabriel Garcìa Marquez – dal quale mi aspettavo di più, a dire il vero, ma è comunque una lettura gradevole.

13. Il libro che in questo momento hai sulla scrivania. (Sempre se ne hai uno)

Senza contare quelli che sono di casa sulla scrivania (12 non inclusi nella lista che segue), ho : Viaggi e altri viaggi (Antonio Tabucchi), La danza degli alberi (Marcus Parisini), Ballata di un amore italiano (Davide Longo), Come mi batte forte il tuo cuore (Benedetta Tobagi), Come ho imparato le lingue (Diego Marani), Il passato è una terra straniera (Gianrico Carofiglio), Struggimento (J. D. Landis), L’amore ai tempi del colera (Gabriel Garcìa Marquez), Una stella di nome Henry (Roddy Doyle, appena finito!), Fai bei sogni (Massimo Gramellini). Tutti in lettura, saltuaria ma costante. Diciamo che sul comodino ho più libri che polvere.

12. Un libro che non ti stancherai mai di rileggere.

Rileggere è forse uno dei miei sport preferiti… sono amante del pericolo. Di non riconoscere le vie di cui mi sono innamorata alla prima lettura. Di dirmi “beh? tutto qui?”, come quando rivedi un ex per strada e ti meravigli di essere stata, un tempo, quella che pendeva dalle sue labbra. Ma tornando alla domanda di prima, penso a La casa degli spiriti di Isabel Allende. Troppo bello. Forse anche perché è stato il più desiderato, per anni, sicuramente per colpa di mia madre che continuava a dire “sei troppo piccola per leggerlo”. Chissà se aveva pure ragione.

11. Un libro che prima amavi e che ora odi

Più che amore e odio, parlerei di indifferenza… e del fatto che crescendo spesso riconosci il valore letterario di quello che hai letto, anche se da un punto di vista affettivo non lo potrai mai davvero odiare. Non saprei davvero.

10. Un libro del tuo autore preferito

L’isola sotto il mare, di Isabel Allende. Più realistico di altri suoi romanzi, più malinconico. Ma sempre magico.

9. Un libro che ti ha fatto crescere

E’ Oriente, di Paolo Rumiz. Anche se non sono sicura se mi abbiano “fatta crescere” (qualsiasi cosa questo voglia dire) le sue parole o piuttosto i luoghi e le persone a cui le associo. In definitiva, qualunque cosa leggiamo o facciamo “ci fa crescere”… perfino i brutti romanzi. A maggior ragione.

8. Un libro che consiglieresti.

Chi sogna nuovi gerani? L’autobiografia semiseria e semipolemica di Giovannino Guareschi. Un gioiellino. Mi chiedo sempre perché nei nostri lidi questo scrittore sia considerato così poco, nonostante le sue vicende avventurose e i suoi deliziosi romanzi… non solo su Don Camillo e Peppone.

7. Il libro che ti descrive.

Dolce per sè, di Dacia Maraini. Un po’ vorrei essere, un po’ sono, un po’ sarei. Breve e conciso. Musica, scrittura, amore, abbandono, infanzia. Merita (nonostante la spocchia della sua autrice).

6. Il libro più corto che tu abbia mai letto

La sovrana lettrice di Alan Bennett, 86 pagine. Breve ma deliziosa storiella di cui è protagonista (nientemeno!) la regina Elisabetta II d’Inghilterra, nei panni inediti di apprendista lettrice. Un gioiellino in perfetto stile british.

5. Il libro più lungo che tu abbia mai letto

Quasi sicura: Il Signore degli Anelli, J.R.R. Tolkien. Un migliaio di pagine, suppergiù. Affascinante. Certo, mille e più pagine non sono esattamente uno scherzo. Alcuni lo trovano pedante e prolisso – e ammetto che mi sono impantanata anche io come Frodo e Sam nelle Paludi Morte – ma lo rileggo sempre con piacere… anche in meno di una settimana.

4. Il libro più brutto che tu abbia mai letto

Difficile dirlo. Ci sono stati molti libri poco entusiasmanti, ma in gran parte non li ho finiti, quindi non riuscirei a fare una classifica. Tuttavia voto per Il dottor Zivago di Pasternak. Nobel o no, mi ha annoiata a morte. E non per la lunghezza.

3. Il tuo personaggio preferito di un libro che hai letto

Clara del Valle, la matriarca de La Casa degli Spiriti di Isabel Allende. Probabilmente, per la sua dimensione spirituale, apparentemente estranea alle complicazioni della vita di ogni giorno, eppure concreta e realista, attenta, gentile, presenza luminosa e silenziosa, che dona e riceve amicizia dalle persone più improbabili. E per la diabolica capacità di suonare il piano con il pensiero…

2. La tua citazione preferita

L’armonia vince di mille secoli il silenzio” da I Sepolcri, Ugo Foscolo

Benché il vate non sia molto nelle mie corde, in generale, un verso così capita una volta ogni cent’anni…

1. Il tuo libro preferito.

Una domanda difficile, dati i miei gusti mutevoli. In generale, preferisco romanzi e poesie ai resoconti giornalistici, sebbene anche le biografie mi affascinino parecchio – quando ben scritte. In più, odio le classifiche. Soprattutto per quanto riguarda l’arte, la cultura, le trovo poco sensate, si può discutere sulla tecnica, sull’originalità di un’opera, ma in fin dei conti si riduce quasi tutto ad una domanda: mi trasmette un’emozione? e quanto è duratura? Perciò, posso dire che in questo momento, marzo 2012, i libri che si contendono lo status di “miei preferiti” sono Di fama e di sventura (Federica Manzon) e Creature grandi e piccole (James Herriot). Il primo, per la storia, tragica e splendida, e per lo stile estremamente elegante e asciutto. E perché parla di luoghi che amo profondamente. Il secondo perché la semplicità delle sue storie, e la consapevolezza che sono in qualche modo aneddoti reali (o almeno realistici) riesce ad infondermi una grande serenità, qualunque sia il mio stato d’animo.

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