Primo giorno in cui tutti siamo davvero a casa e inevitabilmente ci pestiamo un po’ i piedi, dovendo occupare ogni tavolo e superficie disponibile per lavorare o studiare. Ma tutto sommato l’atmosfera è serena.
Più tardi insieme alle ragazze suoniamo qualcosa per il flashmob (mi raccomando musicisti, alle 18 imbracciate lo strumento alla finestra e regaliamo qualche nota ai nostri vicini… non importa se sono un concertista o so suonare soltanto Fra Martino, mai come in questo caso l’importante è partecipare!).
Pensando a cosa fare tutte insieme è saltato fuori “Scjaraciule Maraciule” ed è appunto questo il brano del Musicameron di oggi. Cosa c’entra con il tema della settimana? Di certo non è un brano “placido” e rassicurante, anche solo a sentirne le note. Inoltre, a quanto pare ha radici antiche e misteriose, che affondano la loro origine nei riti propiziatori legati alla pioggia nelle pianure friulane (potete scoprirne di più in questo articolo). Noi la conosciamo per la trascrizione fatta da Giorgio Mainerio nel 1578 e contenuta nel volume Il primo libro de’ balli accomodati per cantar et sonar d’ogni sorta de instromenti (fino al ‘700 era abbastanza normale pubblicare delle opere musicali senza indicazioni precise riguardo agli organici strumentali, così che ogni gruppo di musicisti poteva adattarli a seconda degli strumenti a disposizione).
Il brano è stato fatto, rifatto, riarrangiato, riadattato, cantato con testi diversi da innumerevoli musicisti, tra cui Angelo Branduardi.
GIORNO 5: Giorgio Manierio, Mitili Flk – Scjaraçiule maraçiule