Sono sempre più convinta che questo periodo sia un’ottima occasione per cambiare punto di vista e modo di fare le cose, magari anche più volte sullo stesso argomento, cambiare, sbagliare, provare, ricominciare, perché non c’è nulla di più instabile dell’equilibrio.
Un po’ quello che ha fatto Cézanne: se si guardano bene i suoi quadri si viene colti quasi da capogiro, qualcosa non quadra… perché in effetti, nello stesso quadro vengono usate diverse prospettive per vari oggetti. Straniante no?
Forse ci disturba proprio perché non siamo abituati a farlo, a cambiare posto, a capovolgere la situazione, a metterci nei panni dell’altro, per esempio… questa è una cosa che con la didattica a distanza si è ingigantita: come spiegare in modo che sia chiaro? Quali sono gli strumenti a disposizione? Come posso rendere flessibile questo compito in modo che tutti possano eseguirlo? Soprattutto: cosa posso chiedere di fare che sia interessante, motivante e davvero utile per le ragazze e i ragazzi? Che li aiuti anche ad esprimere ciò che sentono, a dare un nome alle paure, a gestirle per quanto possibile?
Ecco, mai come ora bisogna tenere a mente queste cose. Come accade in quella scena memorabile de “L’Attimo fuggente”, quando il professor Keating all’improvviso balza sul tavolo…
Cambiare prospettiva. Mi fa venire in mente la proposta di un allievo per la tesina di terza media: tema centrale “il razzismo”, la parte musicale presenta la colonna sonora di Green Book. Ecco, al di là degli adattamenti e delle semplificazioni che richiede il cinema, credo che questo film possa mostrare molto chiaramente cosa sia un “cambio di prospettiva”. I due protagonisti durante il viaggio che intraprendono insieme macinano molto più che semplici chilometri, imparando a conoscersi, apprezzarsi e comprendere qualcosa delle rispettive vite, per quanto diverse. Un film da vedere tutto d’un fiato.
GIORNO 26: Kris Bowers e Don Shirley – Lonesome Road
Una nota sulla colonna sonora: per quanto bella e coinvolgente non ha potuto essere candidata agli Academy Award perché ritenuta “non originale”, in quanto utilizza a piene mani registrazioni e musiche originali di Don Shirley… come viene raccontato in questo articolo. Peccato. Ma la bellezza dell’Arte è che se ne infischia dei premi e la possiamo apprezzare per quello che è il suo valore che nessun concorso riuscirà mai a definire con certezza.