Musicameron n.6

In questi giorni saltano tutti gli schemi. Le ore sembrano soltanto numeri che scorrono sotto alle lancette. Guardo il cielo per poter immaginare che il mondo continua come sempre anche oltre l’angolo della strada.  Insomma, mi trovo a seguire esitante i passi di una danza che non conosco e di cui non riesco a capire del tutto il ritmo.

Curioso no? All’improvviso abbiamo scoperto ritmi diversi, mai conosciuti prima nemmeno nelle giornate estive, o durante i temporali, o quando fa buio d’inverno.

Mi ricordo quando ho parlato di ritmi e metri a scuola: le facce perplesse degli alunni, gli occhi sgranati quando ho detto che di solito i macro (la pulsazione del tempo) sono sempre uguali gli uni agli altri, i micro (la divisione di ogni pulsazione) può essere binaria o ternaria… ma che sì esistono anche macro diversi tra loro e combinazioni irregolari di due e tre tempi! (per i musicisti, sto parlando di 5/8, 7/8, 3+3+2/8 e tempi del genere). Abbiamo anche provato a seguirli col movimento, con risultati stranianti e molto buffi. Eppure per certi popoli sono assolutamente normali. E non dobbiamo pensare per forza a indigeni di chissà che foresta remota, no… basta guardare alla Catalogna, alla sardana. Una danza tipica che tuttora possiamo veder ballare dalla gente all’uscita da Messa la domenica, le borse al centro del cerchio, donne e uomini che si tengono per mano e danzano sulla musica di alcuni strumenti a fiato. Ci ho provato anche io, quando sono stata a Barcellona in gita (con una classe di 4^ di istituto tecnico, di cui mio padre era accompagnatore… ma questa è un’altra storia). Divertentissimo, ma è un miracolo se non ho fatto cadere tutto il mio cerchio, a furia di sbagliare passi!

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Ecco, mi sento un po’ come in quegli esperimenti. Cerco di trovare il ritmo, lo schema, il trucco per andare a tempo, ma ancora non ci sono riuscita. Il mio brano di oggi però non è una sardana, ma una danza di origine africana rielaborata dal grandissimo musicista brasiliano Heitor Villa – Lobos. Un grande non solo come compositore. Ebbe – pensate! – la folle idea di fondere lo stile musicale di Bach con la musica tradizionale brasiliana, una meravigliosa fusione di linguaggi musicali indigeni, africani ed europei che ancora oggi affascina tutto il mondo. Non c’è lo spazio qui per descrivere tutto ciò che ha fatto nella sua vita avventurosa… ma credo che la musica possa ancora e sempre parlare per lui.

GIORNO 6 – Heitor Villa – Lobos – Kankukus (Danza indigena n°2 op. 57)

E voi? Come state affrontando queste giornate? Avete trovato il vostro ritmo?

Vi aspetto domani con la parola per la prossima settimana!

 

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